Quando, a novembre del 2020, Apple ha presentato in pompa magna i fantastici SoC M1 ci è stato fatto intendere che 8 GB della prodigiosa Memoria Unificata sarebbero stati sufficienti per la maggior parte degli usi. Per qualche tempo in fondo è stato così: fatta eccezione per i professionisti della grafica, dell’elaborazione fotografica e del montaggio video ad alta risoluzione, che hanno bisogno di tempi di esecuzione rapidi, tutti gli altri potevano risparmiare qualche bel centone accontentandosi del taglio di memoria da 8GB dei modelli entry level.
L’avvento di Apple Intelligence, però, ha rimesso tutto in discussione. La certezza che per stare al passo coi tempi avremmo dovuto mettere mano al portafogli l’abbiamo avuta già la sera del 19 giugno quando ci hanno detto che a causa della necessità di fare girare l’AI di Apple a bordo dei nostro amati iPhone sarebbero serviti come minimo gli 8GB di RAM di iPhone 15 Pro e Pro Max, per tutti gli altri niente Apple Intelligence.
In questi giorni, a margine del rilascio della beta di Xcode 16, è stato comunicato che per fare girare le funzioni di Predictive Code Completion sarà necessario un Mac con Sequoia, Soc Apple Silicon e almeno 16GB di Memoria Unificata.
Predictive Code Completion è una funzionalità molto attesa dagli sviluppatori di cui vi avevamo parlato qui su Apple Philosophy in un articolo precedente. Si tratta della scrittura automatica di pezzi di codice che si integrano nell’applicazione che si sta costruendo, permettendo agli sviluppatori di risparmiare tempo. L’unico linguaggio supportato al momento sembra essere Swift. Su visual Studio di Microsoft questo genere di funzionalità è arrivata circa un anno fa con GitHub Copilot, GitHub Copilot Chat e IntelliCode che consentono lo sviluppo assistito tramite intelligenza artificiale in Visual Studio, permettendo di essere più produttivi ed efficienti durante la scrittura di codice in C# e Phyton. Anche in questo caso la RAM deve essere di almeno 16GB, ma a differenza di Microsoft la soluzione di Apple è implementata totalmente sul dispositivo, non comunerà dati all’esterno e funzionerà completamente offline, anche quando non si è connessi a Internet.
C’è da giurare che col passare del tempo si capirà che 8GB due RAM staranno stretti anche ad altre applicazioni, di Apple o di terze parti, che implementeranno Apple Intelligence, cosa che aumenterà la frustrazione degli utenti.
Sono moltissimi i Mac che sono stati venduti nelle versioni base con 8 GB di RAM; si tratta di Mac Mini, MacBook Air, iMac e MacBook Pro con processori Apple Silicon acquistati da persone che hanno pensato di fare un acquisto duraturo nel tempo e che invece presto si ritroveranno con un hardware non più al passo dei tempi.
In pochi anni gli utenti Apple si sono trovati di fronte a due transizioni epocali che hanno messo a repentaglio i loro investimenti: il passaggio ad AppleSilicon prima e ora l’introduzione di Apple Intelligence. Non era mai successo prima, perlomeno non in questi termini.
Non sappiamo se questa necessità indotta di acquistare nuovi Mac, nuovi iPad e nuovi iPhone alla fine aumenterà i guadagni di Apple, che in questo momento sta perdendo molto terreno in borsa, o se sarà un boomerang che allontanerà dal marchio i suoi fedelissimi clienti. Comunque vada noi saremmo qui a raccontarvelo.
Claudio Di Tursi per ApplePhilosophy
Come al solito articolo molto interessante.
Grazie Marco.