Introduzione
Da qualche settimana è possibile ordinare una delle macchine più attese dell’anno: il MacBook Air M2 13”. Si tratta di un notebook che rappresenta un notevole salto in avanti rispetto al MacBook Air 13” M1 che l’ha preceduto nel 2020, il primo con un SoC Apple Silicon della serie M. Un salto un avanti, non tanto nelle prestazioni, che rispetto al modello precedente sono più alte solo del 20%, ma nella concezione del MacBook Air che viene completamente rivisto dal punto di vista progettuale.
La prima grande novità è il ritorno dell’alimentazione MagSafe. Un ritorno che già avevamo visto sui MacBook Pro M1 e che in molti aspettavano. Con il MagSafe potremo finalmente inciampare da perfetti ebeti nel cavo di ricarica senza trascinare a terra con noi l’amato e costoso MacBook. Lo schermo aumenta la diagonale passando da 13,3” a 13,6”, quello che basta per guadagnare lo spazio per la barra dei menu che si disporranno ai lati della notch la quale non darà alcun fastidio alla visualizzazione di filmati e fotografie in formato 16/9. Il sistema di dissipazione passiva del calore prodotto, pur completamente rivisitato, è il vero tallone d’Achille di questa macchina tanto da costringere il nuovo MacBook Air13” M2 a rifugiarsi nel vigliacco thermal throttling quando il gioco inizia a farsi veramente duro.
Lo chassis è sempre ricavato da un unico blocco di alluminio finito in quattro colorazioni tra le quali spicca quella denominata “Mezzanotte“, uno splendido blu scuro che può addirittura confondersi col nero a seconda della luce ambiente ma che, purtroppo, è una calamita per le ditate.
Sarebbe tutto molto bello se Apple non avesse dotato la versione entry level, quella da 256GB di SSD, di un SSD su un solo chip NAND che non sfrutta il notevole aumento di banda derivante dall’utilizzo del doppio canale, cosa peraltro già vista con il MacBook Pro M2 da 13” e per la quale sulla casa di Cupertino sta piovendo un coro unanime di critiche.
In questa introduzione vi abbiamo raccontato quello che c’è da sapere sul MacBook Air M2 13” 2022, l’articolo prosegue con l’analisi delle prestazioni ed ulteriori valutazioni che vi aiuteranno a capire se questa macchina fa davvero per voi. Buona lettura.
MacBook Air 13” M2: il design
Pur avendo abbandonato la l’iconica forma a cuneo, il MacBook Air M2 è più sottile e leggero del modello precedente. Il Mac Book Air 13″ M1 misurava appena 0.41 cm nella parte anteriore e 1.61 cm in corrispondenza del punto più spesso sul fondo dell’unita, il nuovo MacBook Air 13″ M2 ha uno spessore costante di appena 1,13 cm, ma ciononostante la mancanza del restringimento sulla parte anteriore ha permesso l’installazione di batterie più capienti così da compensare una richiesta energetica maggiore a fronte di maggiori prestazioni.
Lo schermo ha un display Liquid Retina retroilluminato a LED da 13,6″ (diagonale) con tecnologia IPS; risoluzione nativa 2560×1664 a 224 pixel per pollice, che supporta un miliardo di colori, ha una luminosità 500 nit, la gamma cromatica P3 e la tecnologia True Tone.
Nello schermo è inserita la notch che non ruba spazio allo schermo per via del passaggio dai 13,3” ai 13,6”, ottenuto aggiungendo una porzione di schermo nella parte superiore alta quanto la notch stessa. Questa striscia di schermo, a parte la piccola porzione centrale, viene occupata dalla barra dei menu lasciando così a disposizione delle applicazioni lo spazio corrispondente.
Il peso del MacBook Air M2 13″ diminuisce di 50 grammi passando dai 1,29 Kg della versione precedente con chip M1 ad 1,24 Kg e la nuova forma contribuisce ad avere un maggiore bilanciamento laddove, nel MacBook Air M1 13″ il peso era concentrato verso il fondo del portatile. Tutti gli angoli sono stondati, cosa che contribuisce ad aumentare la maneggevolezza; l’altezza dei piedini è maggiore rispetto al passato, cosa che se aumenta la dissipazione termica non favorisce certo la facilità di digitazione.
Guardando il lato sinistro registriamo il graditissimo ritorno del MagSafe ma anche due porte Thunderbolt 3 con le quali, oltre a caricare i dispositivi connessi ad alta velocità, si può comunque caricare il portatile, anche se meno velocemente rispetto alla ricarica con MagSafe. Sulla parte destra solo il jack per le cuffie che è adatto a far funzionare anche i modelli ad alta impedenza usati dai professionisti dell’alta fedeltà. La tastiera non ha la Touch Bar che lascia il posto ai classici tasti funzione e, all’estrema sinistra, al Touch ID. La presenza della notch, infatti, non deve fare pensare alla possibilità di autenticazione biometrica con FaceID: i componenti di questo sistema devono subire un ulteriore processo di miniaturizzazione per poter essere inseriti in uno schermo che ha una profondità di soli pochi millimetri.
Gli altoparlanti sono quattro: due woofer per i bassi e due tweeter per gli alti. Sono tutti posizionati verso la parte finale della tastiera, in prossimità dello schermo, sul quale i suoni rimbalzano con il risultato di un suono veramente potente e ben calibrato.
Date le tante novità, che si sostanziano in un cambio di modello vero e proprio e non in un semplice upgrade, la disposizione interna dei componenti è stata completamente rivista, tutto è molto ordinato e funzionale ai miglioramenti introdotti.
La batteria è incollata allo chassis con una sistema che ne permette comunque la rapida sostituzione; si tratta di sottili strisce di nastro bi-adesivo che possono essere sfilate grazie a delle linguette che sporgono ai lati della batteria. Il touch ID sei può sostituire con facilità, così come l’ampio touchpad.
Il connettore MagSafe e le due porte Thunderbolt 3 sono sostituibili, la scheda audio è costituita da un modulo anch’esso facilmente sostituibile
La scheda madre è di dimensioni ridotte e, come si vede nella foto, ospita il SoC M2 octa-core a 64Bit che include anche la GPU a 10 Core, le Memorie Nand che costituiscono l’SSD, i driver per le due porte Thunderbolt 3 realizzati da Apple e non da Intel come nel precedente modello, un chip per il Wi-Fi ed il Bluetooth ed un accelerometro che non si capisce bene a cosa possa servire. Il fatto che nel modello entry level con SSD da 256GB i chip di memoria NAND siano solo uno, come abbiamo già visto per il MacBook Pro M2 13″, crea non pochi problemi.
Genera qualche perplessità la maniera con la quale è stato realizzato l’impianto di dissipazione passiva del calore. Nessuna heatpipe, nessun radiatore: semplicemente una lastra sottile di metallo a contatto con il processore , attraverso la pasta termica, e rivestita nella parte superiore da un nastro in grafene.
I ragazzi di MaxTech hanno messo a punto una modifica che consiste nell’applicare alcuni pezzi di pad termico sul dissipatore in grafene che, a contatto con il coperchio del MacBook, contribuiscono a smaltire meglio il calore. Il miglioramento ottenuto è tutt’altro che trascurabile: la prova sul campo ha dimostrato che il MacBook ha impiegato 1 minuto e 32 secondi prima di toccare i 108°C che erano stati raggiunti in soli 28 secondi dallo stesso esemplare prima della modifica. Modifica che ha, addirittura, consentito al nuovo modello di superare, nei carichi di lavoro pesanti che non si protraggono troppo a lungo, le prestazioni del MacBook Pro M2, che, nonostante la ventola e la heatpipe, ha comunque problemi di surriscaldamento. Nei test, il MacBook Air M2 modificato è riuscito ad esportare 50 immagini dalla risoluzione di 48mpx in Lightroom Classic impiegando soltanto 1 minuto e 56 secondi. Un risultato superiore sia al MacBook Air 13″ M2 non modificato, che è riuscito a completare la stessa operazione in ben 2 minuti e 55 secondi, sia al MacBook Pro 13″ M2 che ha completato il lavoro in 2 minuti esatti. Chi voglia cimentarsi nella facile impresa di applicare il pad termico ricordi che la modifica invalida la garanzia.
MacBook Air 13” M2: le prestazioni
il MacBook Air con il chip M2 e 16 GB di memoria unificata ha ottenuto nel celebre benchmark GeekBench 5 un punteggio single-core di 1.899 e multi-core di 8.965, praticamente gli stessi ottenuti dal MacBook Pro da 13 pollici M2, un risultato atteso e che non deve trarre in inganno: quando un carico di lavoro elevato viene protratto per molto tempo, il MacBook Air 13″ M2 mostra i suoi limiti rifugiandosi nel thermal throttling. Come abbiamo avuto modo di spiegare in altre occasioni, il termale throttling è un fenomeno deleterio innescato dal sistema di protezione termica del processore che, quando vede la sua temperatura avvicinarsi pericolosamente al limite della temperatura consentita, rallenta bruscamente ottenendo il calo della stessa. Dopo qualche istante, quindi, il processore rinizia a correre cosa che fa alzare la nuovamente la temperatura e, di conseguenza, ritirare il freno. Tutto questo andrà avanti senza soluzione di continuità finché il lavoro non sarà terminato.
Le prestazioni effettive di un computer dipendono più che dalla potenza della CPU dalla velocità di accesso alla memoria di massa. Lo vediamo quando sostituiamo in un vecchio computer l’hard disk con un moderno SSD: questa modifica velocizza la macchina fino a farla sembrare completamente diversa dal rottame che volevamo quasi buttare via ed influisce molto di più dell’incremento della memoria RAM del sistema.
Nella versione base del nuovo MacBook Air M2 13” con SSD da 256GB, Apple ha fatto la stessa stupidaggine che avevamo visto peri il MacBook Pro M2 13″: ha realizzato la memoria SSD in un unico chip invece di realizzarla con due chip da 128GB come aveva fatto per il MacBook Air M1 13″ del 2020, cosa che impedisce il trasferimento dei dati verso la memoria unificata utilizzando il doppio canale e dimezza la velocità di accesso all’SSD in lettura e scrittura rispetto al MacBook Air M1 13″ di pari capacità. I dati parlano da soli: 2.900 MB/s in lettura e 2.200 MB/s in scrittura per l’Air M1 mentre per l’Air M2 si hanno a circa 1.400 MB/s sia in lettura che in scrittura.
Il risultato è che il MacBook Air M1 13″ da 256 in alcune occasioni eguaglia ed in altre supera il suo sostituto di pari capacità. Per avere una macchina effettivamente te più veloce rispetto a quella di due anni fa, quindi, bisogna scegliere tagli di SSD più grandi, cosa che comporta un esborso aggiuntivi davvero notevole e che, come vedremo nel prossimo capitolo apre la strada all’aquisto di un esemplare della serie pro.
MacBook Air 13” M2: quale scegliere
Se avete un budget ristretto, piuttosto del MacBook Air M2 13” entry level da 1529 Euro, che come abbiamo visto ha l’SSD che va alla metà della velocità del MacBook Air 13” M1 del 2020, scegliete quest’ultimo, peraltro spesso in offerta (controlla): avrete le stesse prestazioni e risparmierete circa 400€. Pensate, inoltre, che risparmiando circa 200€ potete addirittura acquistare un MacBook Pro M1 13” 256GB con la TouchBar, che grazie alla dissipazione attiva del calore (ventola + heat pipe + heat synk) è adatto ai carichi di lavoro più pesanti.
Se volete il nuovo MacBook Air M2 13” per le novità che introduce dovete prepararvi a spendere 1879 euro per la versione da 512GB di SSD e 8GB di memoria unificata. In questo caso, però, tenete presente che non è raro trovare in offerta a circa 2000 euro (controlla) il MacBook Pro 14″ con il potentissimo Chip Apple M1 Pro con CPU 8-core e GPU 14‑core, ben 16GB di RAM, 512GB di SSD. completamente un’altra macchina con uno schermo Liquid Retina XDR da 1000 nit di luminosità, videocamera FaceTime HD a 1080p, ricarica MagSafe 3, lettore di schede SDXC, porta HDMI, tre porte Thunderbolt 4, 17 ore di autonomia.