Quando il 9 gennaio del 2007 sul palco del Moscone Center di San Francisco Steve Jobs ha mostrato al mondo il primo iPhone tutti siamo stati stregati dalla novità che rappresentava il nuovo dispositivo. Da quel momento il modo di vivere di milioni di persone nel mondo, nel bene o nel male, sarebbe cambiato. Oggi chiunque avrebbe difficoltà a fare a meno di un iPhone o di un suo succedaneo 😀. (succedàneo agg. e s. m. Che può sostituirsi a qualcos’altro, surrogandolo in determinate funzioni o utilizzazioni. Treccani)
Il telefono cellulare, che già si era unito al PDA a creare lo smartphone grazie al tentativo riuscito di HP e soprattutto BlackBerry, faceva un ulteriore balzo in avanti. I nuovi iPhone, equipaggiati con un sistema operativo di derivazione diretta da MacOS, uno schermo ad alta risoluzione che copriva tutta la superficie e soprattutto un’interfaccia semplice da utilizzare che abbandonava finalmente il pennino con il quale andare ad indovinare le lettere su tastiere minuscole, diventarono il nuovo punto di riferimento del settore, la tecnologia da imitare.
Che sia dell’interfaccia il merito del balzo in avanti compiuto dagli smartphone è innegabile. Via microscopici menu e tastiere fisiche improbabili a far spazio ad una serie di icone chiaramente visibili, organizzate su più pagine dall’utente a seconda dei suoi gusti, dei suoi criteri, delle sue necessità.
Il passato: scheumorfismo
La prima interfaccia di iOS era di chiara ispirazione scheumorfica.
L’innovazione rappresentata dal nuovo iPhone viene vestita in maniera volutamente rassicurante con forme familiari alle persone che lo dovranno usare.
Nelle icone e negli elementi visivi si è attinto all’immaginario analogico: agende in pelle con le cuciture a vista, block notes rigati in carta giallina, microfoni da studio di registrazione anni ’50, televisori a tubo catodico e così via. Un immaginario addirittura antecedente al ventunesimo secolo, sconosciuto ai più giovani, eppure talmente radicato nella memoria collettiva da generare familiarità.
Il colore viene usato in maniera naturale: gli oggetti hanno il colore che avrebbero nella realtà. Ombre e riflessi ottenuti con sfumature e variazioni cromatiche contribuiscono a dare un aspetto tridimensionale, plastico e tangibile agli oggetti rappresentati. Durerà fino al 2013 quando con iOS 7 si è passati all’interfaccia flat.
Il presente: flat design
Spinta dalle Tiles di Microsoft comparse col famigerato Windows 8 e con Windows Phone 8, Apple ha deciso di passare al flat design. Nel flat design gli elementi d’interfaccia sono stilizzati, bidimensionali, perdono completamente di profondità.
La grafica delle icone è stilizzata e minimalista ed il colore gioca un ruolo essenziale pre comprenderne la funzione.
Il flat design, però, nel tempo ha mostrato i suoi limiti. Nelle interfacce con molte informazioni da trasmettere all’utente si genera molta confusione, non si comprende bene dove si può e non si può cliccare: forse è giunto il momento di cambiare. D’altronde dalla prima comparsa dell’interfaccia attuale sono passati quasi otto anni.
Il futuro: Neumorfismo (?)
Il neumorfismo riprende la tridimensionalità dello scheumorfismo, ma evita di richiamare gli oggetti del mondo reale per illustrare la funzione delle applicazioni o degli elementi d’interfaccia. Utilizza soprattutto sfondi chiari,trasparenze e illuminazioni per rendere in maniera più realistica gli oggetti digitali; un ruolo fondamentale è giocato dalle ombre che mutano in funzione delle azioni dell’utente grazie all’illuminazione dinamica.
Che Apple si stia orientando verso l’utilizzo di una sua interpretazione del neumorfismo lo dimostrano le icone del nuovo MacOS Big Sur, che mostrano ombreggiature, accenni di tridimensionalità, l’utilizzo una palette di colori chiari con pochi contrasti, l’uso di una luce radente per conferire agli oggetti un’apparente tridimensionalità e la presenza di forme geometriche ben definite.
Chi voglia provare l’ebrezza di usare un’interfaccia neumorfica in anteprima su iOS, può scaricare l’app Soft Calculator dall’App Store.
Un’ottima dimostrazione di come potrebbe essere il centro di controllo in versione neumorfica la fornisce un concept realizzato da iSpazio e pubblicato su YouTube qualche mese fa, prima dell’uscita di iOS 14, quando da più parti si riteneva che questa versione del sistema operativo potesse già essere neomorfica.
In realtà, prima che il neuorfismo si faccia strada anche sui Device Apple devono trovare soluzione alcuni problemi. Innanzitutto un’interfaccia neumorfica richiede più risorse, non a caso Apple sta iniziando ad usarla sul Mac con l’avvento dei potenti processori M1. In secondo luogo un’interfaccia con pochi contrasti mal si presta ad essere utilizzata da chi ha problemi di vista. Per risolvere questo problema sarebbe sufficiente utilizzare scritte a contrasto elevato o marcare più le ombre, ma conoscendo bene la Apple philosophy, finché non si sarà trovato un compromesso ottimale tra stile ed utilizzabilità difficilmente vedremo il passaggio al neumorfismo su iOS. Nell’attesa consolatevi con questo sfondo neumorfico:
Per aiutarvi a fare l’abitudine al nuovo stile, per qualche tempo questo sito utilizzerà un’interfaccia neumorfica.
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